Scenari e prospettive per l’ufficio del futuro

Il contesto della vita in ufficio, in questo complicato scenario, si sta organizzando su alcune prospettive di riferimento. Da una parte, l’esigenza di tornare a vivere il lavoro in presenza e in sicurezza, dall’altra il fenomeno del remote working, dall’altra ancora i modelli di coworking e office sharing.
Queste dinamiche ci costringono a svincolarci dalle modalità di lavoro a cui fino ad oggi eravamo abituati.
Partiamo però da una considerazione fondamentale. L’ufficio ormai non è più un semplice luogo di lavoro, ma un’occasione di incontro per condividere idee, progetti, passioni, emozioni, in spazi sempre più agili, dinamici e diffusi.
Ci si chiede dunque: “come saranno gli spazi e i luoghi del lavoro nel prossimo futuro?” “Come verranno trasformati per favorire lo sviluppo dei nuovi modelli organizzativi?”
Lavoro a distanza e lavoro in presenza: esiste un’altra soluzione?
Nel giro di poco più di un anno siamo passati dal lavoro in presenza a quello a distanza, per poi tornare nuovamente a popolare gli uffici. In questo periodo abbiamo scoperto nuove opportunità, ma anche tante criticità, fra tutte la carenza di relazione con i colleghi.
Tutto questo ha evidenziato la consapevolezza che gli uffici sono e continueranno ad essere degli elementi imprescindibili per tutte le organizzazioni, così come per la crescita e il benessere dei lavoratori.
Questa consapevolezza però necessita di essere accompagnata anche da radicali cambiamenti che le aziende devono adottare, sia sull’ottimizzazione degli spazi di lavoro che sulle proprie politiche e processi lavorativi.
Ora più che mai i lavoratori avvertono l’esigenza di sentirsi parte di una comunità più che di un gruppo di lavoro, di essere connessi più che semplicemente vicini.
Coworking: un fenomeno sempre più in evoluzione
Gli uffici flessibili, temporanei, che noi definiamo spazi di lavoro condivisi, nonostante l’emergenza pandemica continuano ad essere in forte espansione, diventando sempre di più un modello organizzativo di successo in Italia.
Oggi si conta 1 coworking ogni 76.000 abitanti. Nel 2018 erano 1/84.000 (fonte: Italian coworking Survey).
Questi spazi sono distribuiti prevalentemente nel Nord Italia, nello specifico in Lombardia, che presenta il 27,98% delle strutture del nostro paese (1 coworking per ogni 44mila ab.).
L’intensità del colore indica la quantità di spazi di coworking presenti all’interno della regione
Fonte: Italian Coworking (febbraio 2021)
E al Sud?
Nelle regioni del Centro Italia e del Sud la situazione è nettamente differente.
Solo Roma sostiene una crescita degli spazi di lavoro condivisi, mentre le città delle altre regioni vivono un’espansione fortemente rallentata, frutto anche della carenza di concreti sostegni e incentivi regionali e della cultura e le politiche aziendali adottate dai datori di lavoro.
Quest’ultime rappresentano uno dei principali limiti alla politica d’espansione del coworking in Italia e nel mondo.
Secondo la ricerca Evolution of Work 2.0 di ADP Research Institute, solo un quarto (25%) dei lavoratori di tutto il mondo appartiene a un’azienda dotata di una politica ufficiale in relazione ai contratti di lavoro flessibili.
Dunque, siamo ancora lontani dall’accogliere definitivamente questo modello di lavoro, ma è un passaggio che necessariamente dobbiamo percorrere se desideriamo realmente avvicinarci alla prospettiva di uffici più inclusivi, diversi, dove la connessione diventa il motore delle aziende.
Come sarebbe se tutti gli uffici fossero connessi?
L’ufficio condiviso non è più una semplice suggestione, ma una soluzione concreta per creare luoghi di relazione in cui favorire lo scambio creativo e la nascita di nuove idee.
Immagina uffici totalmente “open” in cui poter relazionarsi costantemente con nuove persone, provenienti tutte da realtà diverse. Uno scenario fino a pochi anni fa inimmaginabile ma che già oggi per diverse aziende si sta concretizzando.
Tra queste ci sono Cisco, Enel, Fs, Generali, Iren, Manpower, Trenord, Leonardo, Microsoft, Pwc, Cassa Depositi, che insieme ad altre realtà hanno dato vita al progetto Smart Alliance, che punta a creare ambienti di lavoro condivisi e prenotabili con un App.
Il progetto vivrà presto di una fase di sperimentazione, prevista nella seconda metà di settembre 2021 e che durerà 6 mesi. le aziende aderenti metteranno a disposizione alcune delle loro sedi in città come Roma, Milano, Napoli, Catania e Trapani, per testare l’efficacia di questo nuovo modello di lavoro.
In questa fase si svolgeranno anche diverse indagini sui lavoratori delle imprese coinvolte, volte principalmente a valutare l’impatto della soluzione sul benessere, la creatività e la produttività.
Tra chi sceglie il remote working e chi il lavoro in presenza, scopriamo dunque che esiste anche una terza via, fatta di un nuovo modo di lavorare, sperimentale, in cui la persona con le sue relazioni costituisce l’essenza del lavoro.
Leggi anche “Il futuro dell’ufficio passa dall’innovazione”
Torna al blog